Non mi faceva fesso, Pat Lannon. Lo conoscevo bene quel tipo, e sapevo come uccideva polli e gattini. Lo sapevo. Forse stava facendosi prete, ma certo non avrebbe potuto essere uno dei più ispirati. Li avevo visti, i gattini morti. Non puoi fare quelle cose e poi fare il santo. Dissi vigorosamente a me stesso che a trentatré anni Nietzsche mi avrebbe ancora influenzato. "Ma" pensai "metti che Nietzsche si presenti su questa pista e dica: Ehi tu, ragazzo. Va' fuori e fatti saltare le cervella". Quanto male l'avrei presa? La ragazza in raso nero mi scivolò accanto e mi scordai di lui e dalla mia mente zampillò un soliloquio sull'amore che le portavo. Mi scompiscio, Dibber Lannon è un racconto inedito del 1939. Una persona mostruosamente intelligente, anch'esso inedito, risale al 1941.
Che insulti, giovanotto, un improbabile papa in erba o si angusti, uomo fatto, diviso fra Nietzsche e le piste da ballo, il protagonista di questi racconti è un 'ragazzo troppo in gamba', ovvero un inarrestabile, candido, gioioso John Fante.
La traduzione è di Francesco Durante.
Nota editoriale di Stephen Cooper, biografo di Fante.