Elisa ha un rapporto strano con l'acqua, suo fratello è morto annegato e da allora la sua è una famiglia a metà. Vede il mare tutti i giorni ma non può toccarlo. Filippo nelle onde vede il nonno che non ha mai conosciuto, un giovane uomo che tanti anni prima aveva lasciato la sua compagna, la figlia e un lavoro sicuro per inseguire la sua passione: costruire una barca. Ci sono delle lettere che lo testimoniano, Filippo le ha trovate. Poche, perché poi il nonno scomparve per non tornare mai più. Sull'isola i due ragazzi dormono alla Torre, ospiti del vecchio Pietro e del suo cane. Di giorno lavorano sodo. Come in caserma. Il vecchio li porta in mare con sé, dà ordini e loro eseguono, è burbero, a tratti severo, a tratti dolcissimo. E loro sono contenti di ubbidire. La fatica fisica fortifica la mente, rende lucidi e acuisce i sensi. Di notte, i ragazzi non prendono sonno. Anche Filippo ha costruito una barca, o forse no. Ma racconta ad Elisa ogni fase, lei ascolta e intanto rivede la sua vita, aggiusta i desideri, fa sparire le paure, dice addio al lutto. La mattina della loro partenza non trovano Pietro ad accoglierli. Lui e il cane non ci sono più. Ha lasciato una lettera. Sono loro, adesso, i guardiani della Torre. L'hanno conquistata. Lui è ripartito. Perché si deve sempre ripartire. E la calligrafia del nonno, Filippo l'ha riconosciuta subito. E tempo di andare. La vita da ora in poi sarà diversa. Sarà vita.