Viene soprattutto definito con l'aggettivo "impegnato", forse perché il successo per Eugenio Finardi è arrivato negli anni '70, quando la maggior parte dei cantautori scrivevano canzoni che riflettevano i tempi difficili che si stavano vivendo, ovvero gli "anni di piombo". In effetti di quel decennio sono figlie canzoni come : "Musica ribelle", "La radio", "Non è nel cuore", "Extratterestre", canzoni che hanno portato il cantautore milanese al grande successo, disegnando e criticando la società con tutti i disagi del periodo. Con gli anni '80, Finardi si allontana dalle sonorità rock, per avvicinarsi ad una produzione più raffinata, dove predominano le ballads : "Patrizia", "Trappole", "Dal blu", "Le ragazze di Osaka", "Laura degli specchi", solo per citare le più famose, per approdare, chi l'avrebbe mai detto, nel 1985, al Festival di Sanremo con una canzone che trascinerà l'album nella top 20 della classifica nazionale di vendite. Una citazione a parte la merita il brano "Vil coyote", pubblicato nel 1989, con cui Finardi traccia in modo originale similitudini tra la vita reale e i personaggi dei cartoni animati. Ma è nel 1990, quando incide "La forza dell'amore", album che rivisita alcuni suoi grandi successi, che riceve un riscontro mai raggiunto a livello commerciale. L'album vede anche la partecipazione di un suo grande collega, Ivano Fossati, che per l'occasione partecipa all'esecuzione di "Musica ribelle" e "Una notte in Italia", canzone portata al successo dallo stesso Fossati qualche anno prima. La produzione del cantautore milanese rimane molto prolifica anche negli anni '90, con la pubblicazione di altri quattro album che contengono singoli famosi come : "Mio cucciolo d'uomo", "Le donne di Atene", "Uno di noi (One of us)" versione italiana del successo di Joan Osborne, "Amami Lara", canzone ispirata al personaggio immaginario dei videogiochi Lara Croft che vede partecipare Finardi, per la seconda volta, nel 1999, al Festival di Sanremo.