Se Calvino è stato a lungo suggestionato dall'Orlando Furioso, Manganelli lo è stato, e altrettanto a lungo, dal Morgante Maggiore, il primo grande poema epico e cavalleresco italiano. Luigi Pulci lo scrisse verso la fine del Quattrocento in un linguaggio pirotecnico che vira spesso in direzione del comico e del paradossale, e l'autore di Hilarotragoedia fu sempre affascinato dalla sublimità con cui i motivi 'eroici' vengono continuamente rovesciati nel riso e nell'espressione popolare. Un'allucinazione fiamminga, interamente inedito, è la sapiente selezione di versi e il raffinato, vorticoso commento che Manganelli propose per un programma radiofonico della Rai, al principio degli anni Settanta: un viaggio epico, comico e colto insieme al paladino Orlando e al gigantesco Morgante che si converte al cristianesimo, a Rinaldo e al mago Malagigi, a re Carlo e a Gano il traditore, attraverso tutte le loro fantasmagoriche vicende di guerre e amori, furori e nobiltà, portentosi duelli e pantagrueliche mangiate.
Un imperdibile, raffinatissimo gioiello inedito dell'epica cavalleresca e comica raccontata da Giorgio Manganelli.