La Signora in rosso è stata molto amata, come tutte le belle donne. Dei molti uomini che ha avuto, alcuni si sono persi, altri sono invecchiati, parecchi sono morti. Quelli che sono morti hanno creato la sua leggenda. Ha vinto tanto. Ma ha perso ancora di più. Ha perso gli uomini che l'hanno fatta e quelli che ci hanno lavorato come in un sogno, ha perso i soldati e gli eroi, ha perso uomini senza nome e altri che il nome grazie a lei lo lasceranno ai posteri. Però, ha vinto tutto quello che ha perso. La storia della Ferrari è soprattutto una storia di uomini. C'è nel suo Destino un mistero (...) nato in un territorio che poteva coltivarlo come una fede e come un mito. Vede la luce lungo il tragitto delle Mille Miglia, nella Bassa dei pioppeti e dei campi sperduti fra le nebbie, nasce dove si corre per gioco e per sogno. La Ferrari ha dato al suo popolo il successo e la morte, la Grande Sconfitta che nobilita tutte le altre sconfitte. (...) Noi vorremmo solo raccontare questa complicata storia d'amore. E raccontare le croci che stanno sul cimitero della collina.