Prendendo le mosse da alcuni interrogativi che scuotevano la chiesa anglicana di metà Ottocento, "Un caso di coscienza" ci conduce al cospetto di dilemmi morali di portata universale: il rapporto tra lo "stato cristiano" dell'Inghilterra e le prerogative temporali del clero; la responsabilità dei singoli, che possono diventare complici, più o meno consapevoli, di un'ingiustizia; l'impiego delle risorse finanziarie a disposizione della comunità. E, al di là di tutto questo, il ruolo dell'intellettuale, che ha il potere della parola, e si trova a farne uso, sia esso un romanziere o un giornalista, un riformatore sociale o un prelato che si rivolge ai fedeli dal pulpito.