Nel 1980 Livio Garzanti volle pubblicare questo mio romanzo risolvendo le perplessità di alcuni suoi eminenti collaboratori. Mi domandò però, quasi a guardarsi le spalle, un glossario. Comprendendo le sue taciute ragioni, principiai a compilarlo di malavoglia; poi, a poco a poco ci pigliai gusto e me la scialai. Il romanzo viene ora ristampato a distanza di diciassette anni e il glossario, nel frattempo, è diventato superfluo. Se ora lo ripubblichiamo è perché la cosa sottilmente ci diverte. Lo spunto di "Un filo di fumo" me lo diede un volantino anonimo, trovato tra le carte di mio nonno, che metteva in guardia contro i maneggi di un commerciante di zolfi disonesto. Per il resto, nomi e situazioni sono da addebitare alla mia fantasia. Allora, quando uscì, il romanzo piacque a mia madre: lo dedico alla sua memoria. (Andrea Camilleri)
Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925. Per tutta la sua vita, nonostante il suo grande attaccamento con la Sicilia, vivrà a Roma, dove muore il 17 luglio 2019.
Frequenta il liceo classico Empedocle di Agrigento senza conseguire la maturità poiché nel maggio del 1943 con lo sbarco in Sicilia delle forze alleate fu deciso di non svolgere gli esami e che sarebbe valso il solo scrutinio.
Il periodo della guerra è ricordato da Camilleri attraverso aneddoti che &
E' uno dei primi romanzi di Camilleri che, però, non ebbe immediato successo.
La storia è incentrata sulla figura di un commerciante di zolfo disonesto, il quale cerca di arricchirsi ai danni degli abitanti di Vigata che sono coinvolti, direttamente o indirettamente, nei suoi traffici.
Diversi sono i riferimenti a fatti realmente accaduti nel diciannovesimo secolo e il titolo del libro è collegato al filo di fumo che fuoriesce dalla ciminiera di una nave russa, che tutti, in paese, cercano di avvistare. Divertenti sono i siparietti dei vari personaggi che tentano di vedere il prima possibile il 'filo di fumo': è quasi una gara a chi lo riesce a scorgere prima.
Il libro è arricchito da un bel glossario finale, nel quale Camilleri spiega il significato dei principali termini e delle frasi più ostiche al lettore non siciliano: tale glossario costituisce un elemento imprescindibile per apprezzare interamente l'opera.
Il linguaggio, come in tutte le opere dello scrittore, è quella miscela di italiano-siciliano che ha fatto la sua fortuna: pur essendo una delle prime opere del narratore, lo stile è analogo a quello utilizzato nelle indagini di Montalbano e rappresenta un esempio di favella vernacolare, che oggi è difficile trovare.
GG - 09/10/2006 16:02