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Un giorno lo dirò al mondo

Alessandro Milan
pubblicato da Mondadori

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Nel settembre del 1993, a Norfolk (Virginia), le acque del fiume Lafayette restituiscono il corpo senza vita della diciassettenne Sarah Wisnosky. Fin dal principio i sospetti ricadono sul fidanzato, il ventiseienne italo-americano Derek Rocco Barnabei, che, al termine di un processo indiziario durato tre settimane, è condannato a morte per violenza sessuale e omicidio. Barnabei si dichiarò innocente e vittima di un complotto. In molti si mobilitarono contro la sentenza. Intervennero esponenti politici, il Parlamento europeo - che adottò all'unanimità una risoluzione sulla pena di morte citando nel documento il caso Barnabei, definendolo controverso, e chiedendo di commutare la condanna in ergastolo -, persino papa Giovanni Paolo II si unì agli appelli. Tuttavia gli estremi tentativi di bloccare l'esecuzione non sortirono alcun effetto. La Corte suprema rigettò i ricorsi presentati e Derek Rocco Barnabei fu giustiziato in Virginia il 14 settembre 2000. Alessandro Milan, agli inizi della sua carriera in una appena nata Radio24, intervistò più volte Barnabei e collaborò a due straordinarie dirette dal braccio della morte. In queste pagine, Milan fonde la puntualità dell'inchiesta giudiziaria con il racconto autobiografico, perché la vicenda di Barnabei non è per lui solo una prova giornalistica, ma un incontro umano che lo investe e lo segna personalmente. Per vent'anni ha cercato risposte agli interrogativi e ai dubbi sulla verità di Derek, seppure nella convinzione che nessuna risposta possa giustificare la barbarie di una condanna a morte. La pena capitale «è sbagliata, sempre e comunque, anche per chi si è macchiato di un crimine efferato oltre ogni ragionevole dubbio». E soltanto una vendetta, «di Stato, ma pur sempre vendetta».

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Un giorno lo dirò al mondo rosalba_g

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voto 5 su 5 Recensione a cura del blog LiberiLeggendo Nel settembre 1993, a Norfolk in Virginia, le acque del fiume Lafayette restituiscono il corpo senza vita della diciassettenne Sarah Wisnosky. Fin dal principio i sospetti ricadono sul fidanzato, il ventiseienne italo-americano Derek Rocco Barnabei, che al termine di un processo indiziario durato tre settimane. Dall'autopsia emerge subito che Sarah prima di essere stata gettata nelle acque del fiume è stata brutalmente uccisa e violentata, ricade tutto sul suo fidanzato che viene subito condannato alla pena di morte senza poter difendersi e dire parola. Il ragazzo fino all'ultimo momento di vita si dichiara innocente e di essere vittima di un complotto, nominando i veri carnefici della vittima. Ma siccome serve un colpevole subito, senza troppi se o ma, Barnabei viene colpevolizzato e basta senza avere possibilista di una verifica su ciò che dice. Il 14 settembre 2000 viene giustiziato. Perché è così che avviene quando non si ha voglia di fare il proprio lavoro, si colpevolizza il primo capitato solo perché è un conoscente della vittima e forse anche perché è straniero. Certo perché al giorno d'oggi se sei straniero sei colpevole senza avere la possibilità di spiegare che si è innocenti. Io non dico che tutti gli italiani siano perfetti ma che nemmeno tutti gli stranieri siano colpevoli. Ogni persona nel mondo ha la sua nazionalità ed è doveroso ed obbligo per tutti avere diritto di difendersi ed essere ascoltati e di conseguenza vanno fatte le giuste verifiche del caso, ma mai portare una sentenza alla pena di morte, anche se ci sono atti atroci, purtroppo, commessi in questo mondo. C'è sempre un modo per pagare. Questo è un libro misto tra il giudiziario e l'autobiografico. Lo scrittore ha voluto ripercorrere la vicenda raccontata in radio di Barnabei collaborando a due dirette dal braccio della morte . Tutto il caso ha lasciato un segno allo scrittore che, tormentato dal quale fosse la verità, ha trovato la risposta solo nella sua coscienza. Attraverso questo romanzo si pone e ci pone la domanda : é giusta la pena di morte? No. Non lo è. È una barbarie. ''Un giorno lo dirò al mondo'' è un libro crudo dal tema davvero importante, una lettura che non può che coinvolgere ogni lettore facendolo riflettere e io forse inizialmente mi sono fatta prendere troppo elaborando mille pensieri nella mia testa. Ma quando si conosce in seconda persona il mondo della giustizia, delle carceri, delle sentenze e tutto ciò che c'è dietro a un reato, non si può non restare toccati ed esprimere il proprio pensiero. Un libro travolgente, che riporta alla luce quando nel 2000 la radio24 raccontò tutta la vicenda di Barnabei. Anche se è ovvio come va a finire la vicenda pagina dopo pagina resterete catturati dalla bontà dello scrittore e dalla ottima penna. Non coniglio questa lettura a chi è debole di cuore.

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