Lo spagnolo protagonista di "Una bellezza convulsa" si trova sequestrato in un piccolo casolare da una banda di terroristi. L'unica compagnia è costituita dal suo sequestratore che, viso incappucciato, gli lascia la razione giornaliera di cibo. Le giornate sono lunghe e per passarle l'uomo pensa e ripensa alla sua vita, alle ragioni che lo hanno condotto a questa prigionia. Mille volte al giorno compie quei cinque passi che costituiscono lo spazio della sua stanza; mille volte al giorno la memoria ritorna ai suoi viaggi nei Paesi Baschi, alla sua vita passata, alla vita in assoluto.
La storia del sequestro è uno spunto per farci comprendere che i momenti bui possono servire a far riflettere e eventualmente ad esorcizzare i nostri turbamenti o, come Josè Fajardo afferma i nostri ''demoni'', frutto del passato che ci portiamo dentro.
Da leggere senz'altro!
Andrea - 23/08/2002 19:45