Alice Dunbar-Nelson (1875-1935) nacque a New Orleans, Luisiana. Si suppone che il padre, un certo Moore, fosse un bianco e un uomo di mare, mentre la madre, Patsy Wright, era una ex-schiava con sangue indiano. Appena ventenne, la locale Monthly Review le pubblicò "Violets and Other Tales". Nello stesso anno ebbe inizio una corrispondenza con Paul Lawrence Dunbar il più famoso litterateur negro d'America, che sposò nel 1897. Nel 1902, una sera il marito la picchiò quasi a morte; lei lo lasciò e non lo volle più rivedere, neppure sul letto di morte, nel 1906. Nel 1914, collaborando con lui alla pubblicazione dei Masterpieces of Negro Eloquence, conobbe Robert "Bobo" Nelson, un giornalista, vedovo e con due figli, che sposò due anni dopo. Finalmente tranquilla nel nuovo matrimonio, Alice scrisse racconti, romanzi, poesie, commedie, persino una sceneggiatura cinematografica. Restia, nei racconti, sul tema delle famigerate Jim Crow's laws, col passare degli anni la sua scelta di campo divenne decisa: «Bianca abbastanza da passare per bianca, ma con origini familiari più scure, - scriveva nel 1929, - un amore reale per la razza madre, e nessun desiderio di essere annoverata tra la razza bianca».