Un anziano cineasta infermo, una bellissima moglie molto più giovane: gelosia e voyeurismo in una commedia scura e cattiva. Come sempre, l’amore secondo Kureishi graffia e scotta.
Un libro perfido, divertente, intriso di umorismo nero.
Waldo è un regista di lungo corso con una carriera costellata di premi alle spalle, e la sua vecchiaia di recluso in casa è un peso insopportabile. Soprattutto dal momento che la moglie, bellissima e molto più giovane, è impegnata in schermaglie sospette con un servizievole e aitante parassita domestico che s’insinua nell’intimità della coppia con la scusa di essere d’aiuto a entrambi. Prigioniero della sua immobilità, Waldo si industria comunque con i mezzi che possiede per scoprire la verità sui due, e da qui in poi mette a segno una sua accurata, perversa, ferocissima vendetta, l’atto finale di una vita in cui ha sempre posto se stesso prima di tutto e tutti e ha sempre ottenuto quello che voleva.
Un protagonista astuto e geniale nella sua malizia, una commedia nera di rara ferocia che fa sorridere e riflettere e spinge il lettore a schierarsi: dalla parte di Waldo, della moglie, dell'amante? A ciascuno la sua risposta.
Un Kureishi al meglio di sé, che affida a una penna corrosiva il compito di mettere nero su bianco alcune scomode verità sulla vita di coppia, il sesso, la vecchiaia.
Hanif Kureishi è nato a Londra da padre pakistano e madre inglese. È romanziere, drammaturgo, sceneggiatore (e per una volta anche regista: London Kills Me, 1991). Ha pubblicato fra gli altri Il Budda delle periferie (1990), Il dono di Gabriel (2002), Il corpo (2003), Il mio orecchio sul suo cuore (2004), Ho qualcosa da dirti (2008), L’ultima parola (2013), Le Week-End (2014) e gli interventi politici Otto braccia per abbracciarti (2002)e La parola e la bomba (2006). Ha scritto le sceneggiature per i film di Stephen Frears My Beautiful Laundrette (1985) e Sammy e Rosie vanno a letto (1987) e per The Mother (2003), Venus (2006) e Le Week-End (2013) di Roger Michell; dal romanzo Nell’intimità (Bompiani, 2000) Patrice Chéreau ha tratto il film vincitore al Festival di Berlino 2001, Intimacy.