Invenzioni bizzarre, ricette paradossali, etimologie fantastiche, poesie balbuzienti e senza senso... chiunque abbia amato Queneau e Calvino, Borges e Manganelli, per limitarsi a scrittori più recenti, non potrà non apprezzare questo libro, in cui letteratura e gioco dimostrano un'affinità costitutiva insospettata e di cui i nostri insegnanti purtroppo non ci hanno mai parlato. Un libro che farà cambiare idea a quanti pensano che la cultura sia una roba noiosa. Un libro, insomma, per tutti quelli che amano stupirsi, sorridere e sanno stare al gioco.