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Nel Trecento e Quattrocento, in concomitanza con una crescita generalizzata degli scambi a livello europeo, la Repubblica di Venezia si impose come uno dei mercati di intermediazione più attrezzati fra l'Europa e le coste Mediterraneo. Nell'agosto del 1499 giunse a Rialto, il centro pulsante dell'economia veneziana, la notizia dell'arrivo di una flotta portoghese in India che rischiò di compromettere in modo significativo l'intensissimo flusso di merci tra la Serenissima e l'Oriente attraverso le "vie delle spezie", vie che collegavano l'Oriente, attraverso i punti di smistamento dell'India e dell'Arabia meridionale e consentivano che arrivassero nei territori europei i pregiati prodotti orientali. Verso la metà del Cinquecento, Venezia fu in grado di riconquistare buona parte del commercio delle spezie e, parallelamente, ci fu una diminuzione consistente nei viaggi portoghesi. I resoconti degli ambasciatori e dei diari di storici veneziani sono un utile strumento per esaminare come Venezia reagì politicamente, economicamente e militarmente, anche attraverso il confronto dei metodi di colonizzazione dei due Stati antagonisti e dell'intrecciarsi degli eventi politici nell'Europa del '500.