"Viaggio a Ixtlan" è il capitolo finale della trilogia dedicata agli insegnamenti di don Juan Matas, l'indio yaqui che ha svelato a Castaneda i misteri della sua antica cultura. Un racconto illuminante, che ci permette di ripercorrere l'ultimo apprendistato dell'autore: il viaggio destinato a portarlo - attraverso lezioni, esercizi corporali e spirituali, prove, visioni - a percepire finalmente l'universo quale è, senza il filtro delle convenzioni. E giunto il momento di accostare, e fare proprio, un concetto fondamentale, che sta alla base del cammino verso una comprensione profonda dell'esistenza: la differenza tra il "guardare" quotidiano e il "vedere" del saggio. E, attraverso questo nuovo sguardo, padroneggiare la facoltà di "fermare il mondo", per interrompere il flusso di immagini nel quale scomponiamo il reale e giungere a un istante di totale lucidità.
Originariamente portato a Yaqui dal suo maestro spirituale don Juan Matus, che si porta dietro la conoscenza delle piante medicinali messicane e il segreto del loro utilizzo, il giovane Carlos Castaneda si immerge in un mondo magico guidato dal suo stregone. Dieci anni dopo il suo primo incontro con lo sciamano, Castaneda esamina i suoi appunti originale e sviluppa un ragionamento e una comprensione nuova degli insegnamenti di don Juan. Le pratiche sciamaniche sono semplici mezzi "strumentali" per percepire realtà sovrasensoriali che sono sempre presenti, e alla portata dell'uomo che si mette in ascolto... Viaggio a Ixtalan amplia i classici libri di Castaneda con queste nuove interessanti idee
cocabaldi - 14/10/2013 21:27