Nove del mattino, lunedì 4 giugno. Nella squallida abitazione di Annaliese Ruben, una prostituta, viene rinvenuto il cadavere di una neonata. L'agghiacciante sospetto è che sia stata Annaliese ad aver ucciso la propria bambina subito dopo averla data alla luce. Ben presto le ricerche della polizia portano al ritrovamento di altri due piccoli corpi. Sono troppi i ricordi e le emozioni perché la dottoressa Temperance Brennan possa affrontare il caso con il lucido distacco di sempre: quelle vittime innocenti le riportano alla mente Kevin, il fratello morto piccolissimo. E poi, al suo fianco nelle indagini c'è il detective Andrew Ryan, con il quale anni prima Tempe aveva avuto una relazione forse mai completamente finita. Ma ora quei cadaveri reclamano tutta la sua attenzione, e Tempe deve concentrarsi su ciò che essi possono rivelare. Come sono morte le vittime e quanto è durata l'agonia? È davvero possibile che la madre le abbia uccise senza pietà e poi dimenticate? O forse la verità è un'altra, e la donna è colpevole solo di averle partorite già prive di vita? Sulle tracce di Annaliese, Tempe e Ryan giungono a Edmonton, e da lì alle ricchissime miniere di diamanti di Yellowknife, dove la presunta assassina risulta essere intestataria di un terreno che la sorellastra Nellie è decisa a vendere al miglior offerente. Che sia proprio a Yellowknife la chiave di tutto? Un losco giro di diamanti, denaro e droga in cui Annaliese potrebbe essere finita senza nemmeno rendersene conto? Aiutati dal sergente Hasty della Royal Canadian Mounted Police, Ryan e Tempe si trovano a fare i conti con una verità inimmaginabile, destinata a sconvolgere la comunità locale e non solo. Con la consueta maestria, Kathy Reichs costruisce una trama dal ritmo implacabile, densa di emozioni e di colpi di scena.
La nostra recensione
Tanto per fugare i dubbi: "La voce delle ossa" si può leggere senza aver prima seguito ogni singola impresa di Temperance Brennan, l'antropologa forense protagonista delle opere thriller di Kathy Reichs. Certo, in quanto volume di ogni serie che si possa definire tale, ha più livelli di lettura, a seconda del tipo di conoscenza che si ha della storia nel complesso. Ma la scrittrice - lei stessa antropologa forense nella realtà - è decisamente brava a piazzare qua e là indizi che svelino il passato dei personaggi e i rapporti tra loro. E a trovare escamotage per rispiegare tutto con cura. L'inizio del libro non aiuta chi ha stomaco debole: si parla di ritrovamenti di cadaveri. Corpi di bambini appena nati. Nascosti, infagottati e descritti con sin troppa perizia. Ma insomma, questa è la Reichs. Come entrare in una puntata di una di queste serie televisive americane con omicidi, medici legali e compagnia cantante. Ma non si porti ad esempio "CSI", perché accanite lettrici informano che l'autrice stessa aveva preso le distanze da quel genere di fiction. Né a "Bones", perché sarebbe troppo facile: la serie è tratta dai suoi romanzi, e lei ne è produttrice. La trama di "La voce delle ossa" risale veloce dalla ricerca dell'assassino dei neonati all'individuazione dei veri carnefici. Come accade spesso, le vittime si confondono, e niente è come appare dalle prime pagine. Ma a tenere tutto insieme c'è sempre lei, Tempe, con l'ombra della dipendenza dell'alcol pronta a tornare all'attacco, con gli alti e bassi sentimentali, con la sua imbattibile ostinazione. Dialoghi come piovesse, qualche domanda che la protagonista si pone in fretta tra sé e sé, in mezzo a una frase e l'altra di una qualche discussione. E descrizioni come fermo immagine cinematografici sui dettagli, non sempre macabri, per fortuna. Frasi brevi, nessuno spazio per le metafore. E un linguaggio intriso di contemporaneità, dagli iPhone a Youtube. "La voce delle ossa" è un libro onesto: non pretende certo di entrare di diritto fra i capolavori della letteratura, ma rappresenta un titolo valido in una buona libreria personale di thriller. Thriller medici, nello specifico. Anche perché quelli che amano il genere saranno decisamente gli unici a non avere i brividi leggendo i ringraziamenti di Kathy Reichs: "Vorrei ringraziare Gilles Etheir, vicecapo coroner del Québec, per le informazioni sulla legislazione vigente nella Provincia in materia di decesso neonatale". Dopotutto, come ha detto lei stessa in un'intervista: "Il mio campo non è per gli schizzinosi". Diletta Parlangeli)