Nel 1984, all'indomani del successo di Cattedrale, Raymond Carver volle riunire in questa raccolta saggi, poesie e racconti perlopiù inediti. Proprio la sua varietà fa di questo libro (che prende il nome da una lunga poesia dedicata a Charles Bukowski) un grandangolo sull'intera produzione carveriana, attraversata da ttissime corrispondenze e da un'esemplare coerenza di toni, idee, intenti. «Carver è lo scrittore che più di ogni altro ha inuenzato la letteratura di lingua inglese degli ultimi vent'anni. Le sue cadenze si ritrovano ovunque, e così le sue ambientazioni, i suoi personaggi», scrive Rick Moody. «Ma l'aspetto più sorprendente e rivoluzionario di questo libro è sicuramente l'eredità che ci lascia in termini di compassione: dopo aver letto Carver diventa pressoché impossibile, per uno scrittore, sottrarsi alla responsabilità della compassione nei confronti dei propri personaggi. È una rivoluzione per la quale dovremmo tutti essergli grati. Così come gli siamo grati per il puro piacere che ci viene dalla lettura di queste pagine».