Le sue creazioni, trentun opere da lui riconosciute e numerate, occupano non più di tre ore di musica, con brani che arrivano ai due minuti totali di esecuzione. Eppure, a dispetto di tale sorvegliatissima produzione, nessuno più di Webern ha influenzato gli sviluppi della storia della musica nel secondo dopoguerra. Più di Schomberg, suo maestro e di Alban Berg, suo condiscepolo, Anton Webern è stato il faro al quale si sono riferiti i grandi compositori di oggi: nomi come Stockhausen, Boulez, Berio, Nono, hanno trovato nell'opera di questo schivo maestro viennese le ragioni intellettuali per ricostruire la musica dopo i disastri della guerra. Il volume ripercorre la vicenda artistica del musicista intercalando numerose analisi delle composizioni.