Con falsa modestia, Ronis sosteneva che le sue foto le avrebbe potute scattare chiunque, che erano tutte frutto del caso. In realtà, solo lui poteva realizzare quei piccoli miracoli di gioia quotidiana, rari e preziosi, in cui il tempo e lo spazio parevano riuscire a lavorare all'unisono; solo il suo sguardo sapeva dosare luci e forme, immediatezza e attesa, ritmo e armonia, ironia leggera da flàneur parigino e gravità da filosofo. "Essere libero? Sì, ma non è tanto una questione di libertà quanto di piacere che si prova per cose diverse". Quel piacere, Willy Ronis lo ha custodito per tutta la vita, coniugando lavori su commissione e ricerche personali, con l'insegnamento della storia e della tecnica della fotografia e, soprattutto, coltivando la curiosità come bene supremo.