In tempi in cui l'immaturità dilaga e gli individui assomigliano sempre più a bambini smarriti, in un'epoca in cui l'elogio acritico di tutto ciò che è giovanile impazza nei mass-media, forse è opportuno tornare a riflettere sull'opera dello scrittore polacco che per primo e in modo così radicale ha raccontato e deriso la voglia dell'uomo contemporaneo di essere-sempre-giovane.
Considerato ormai uno dei maggiori scrittori del secolo - Milan Kundera l'ha recentemente definito "uno dei tre o quattro più grandi scrittori dopo la morte di Proust" - Gombrowicz (1904-1969), "un uomo molto innamorato della propria immaturità", come si definiva, è senza dubbio uno dei più arguti interpreti della Modernità.
Testi di Gombrowicz
Una "cronologia della propria vita", racconti, note di viaggio in Italia, conversazioni e gli epistolari con Jean Debuffet e con bruno Schulz.
Saggi, racconti, interventi di
Iwaszkiewicz, Herbert, Huelle, McGough, Fabbrucci, E. Grazioli, Schulz, Jelenski, Sabato, Kott, Bondy, Bachmann, Kosinski, Lapassade, Milosz, Rita Gombrowicz, Karpinski, Kundera, Kantor, Cataluccio, Bazlen, Arbasino, L. Grazioli, Cucchi, Fourquet.