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L'affaire Pontelandolfo. La storia, la memoria, il mito (1861-2019) - Silvia Sonetti
L'affaire Pontelandolfo. La storia, la memoria, il mito (1861-2019) - Silvia Sonetti

L'affaire Pontelandolfo. La storia, la memoria, il mito (1861-2019)

Silvia Sonetti
pubblicato da Viella

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Il 7 agosto del 1861, Pontelandolfo, un piccolo paese del Sannio, fu invaso dai briganti. Per una settimana fu teatro di violenze, saccheggi e uccisioni fino a quando l'esercito italiano represse la rivolta filoborbonica che da un paio di mesi coinvolgeva buona parte delle vecchie province napoletane. Si trattò di una vicenda minore, ampiamente discussa all'epoca dei fatti e poi dimenticata. Nonostante questo, Pontelandolfo è diventato un caso clamoroso di fake history a uso mediatico-politico che confermerebbe l'esistenza di una storia meridionale fatta di stragi, eccidi e massacri insabbiati dai vincitori e dalla storia ufficiale. Attraverso nuove fonti d'archivio, documenti e memorie, questo libro ricolloca quell'episodio al giusto posto e con le giuste dimensioni all'interno del suo contesto, la guerra di brigantaggio combattuta nel Mezzogiorno postunitario. E racconta come e perché il paese sia diventato un luogo simbolico e mitico per coloro che trovano nella critica al Risorgimento il motore di un originale impegno sociale, identitario e politico.

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L'affaire Pontelandolfo. La storia, la memoria, il mito (1861-2019) furetto60

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voto 5 su 5 Il mestiere dello storico, scrisse Ginzburg, è un viaggio nel mondo dei morti, già, ma quanti morti nel caso delleccidio (genocidio!) di Pontelandolfo? Ai vari revisionisti che, nellalveo di una riscrittura del Risorgimento, hanno proposto cifre viepiù crescenti (centinaia, no mille, in realtà 13 a fronte di 40 soldati uccisi nonostante la resa) accompagnate a truculenti particolari, la Sonetti oppone uno studio puntiglioso, fatto di ricerca documentale e analisi statistiche, in cui a parlare più che i morti è lopera dei vivi (sopravvissuti). Ma il tema principale, ed è un problema, è come sia stato facile, nel recente, passare sfrenatamente dalla ricostruzione alla mera invenzione per cui, per interesse di fazione (se non quando personale) tutto è permesso pur di captare i facili consensi di quel pubblico cui non importa ciò che vede ma ciò che crede.

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