La musica è prima di tutto suono, non partitura né oggetto o merce sotto forma di disco. Eppure i dischi sono diventati il modo prevalente del nostro tempo di "fare e ascoltare" musica. Da questa semplice constatazione, prende le mosse un incisivo quanto insolito saggio sulla riproducibilità tecnica del suono in rapporto sia alla composizione sia alla ricezione musicale. Cosa succede infatti, quando da evento mistico- rituale unico e inafferabile, la musica si trasforma in comune bene di consumo, collezionabile, scambiabile e utilizzabile in qualsiasi momento della giornata? Raccontando con 'verve'la fascinosa storia del disco e di quel singolare popolo di inventori, produttori, imprenditori, direttori, tecnici e cantanti che contribuirono alla sua diffusione, e accantonando ogni tentazione nostalgica di benjaminiana memoria, il libro mostra come la tecnica abbia in realtà affrancato la musica da qualsiasi limite spazio-temporale, per dischiudere la via metafisica di una sua più elevata fruizione. "La cosa più sorprendente di quest'opera storica e critica, colta e vivace, è che non ne esistono altre del genere: se il cinema ha ispirato così tanta teoria, non si capisce perché finora le orecchie dei filosofi fossero rimaste sorde all'arte della registrazione acustica. In Evan Eisenberg "L'angelo con il fonografo" ha finalmente trovato il suo degno pioniere, che nessun serio cultore di dischi (o di estetica) potrà più permettersi d'ignorare".