La storia principale, chiaramente autobiografica e illustrata da immagini d'epoca, è una cavalcata fra gli eventi, privati e no, che hanno "formato" la generazione nata negli anni '50. Un lungo racconto accompagnato da altri più brevi.
Un'appassionata giovinezza. Un ricordo degli anni '50, e altri racconti
Simone Mazzei - 25/03/2018 14:13
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Un buon libro. Scritto bene e in modo accattivante. Brevi racconti scritti con maestria: "La maggioranza delle levatrici, che erano spesso le fattucchiere del paese, avevano cominciato a lavarsi le mani fin dal Medioevo, ma medici e infermieri non presero quest'abitudine che nella seconda metà dell'800". Ricorsi storici: "la fattoria che era stata dei Templari diventò della famiglia di Cicco". Società & povertà: "la mamma deve partorire, sul tavolo di marmo della cucina". Poesia: "Anche un mare d'erba può rombare sotto vento come un mare d'acqua, e alla bambina questo suono piaceva come quello". Tenerezza allo stato puro: "Cosa sarà mai mettersi il pannolino una volta al mese, visto che si gioca bene come prima? Basta che il mal di pancia non sia mai così forte..." Esperienze di altri tempi: "I banchi sono a due posti, hanno la ribalta e un sedile che è un tutt'uno con lo scrittoio, ma sono piccoli, anzi è la bambina a essere "troppo grande", dice la maestra." Attaccamento alla propria terra: "Le piace invece il restaurato simbolo della Repubblica di Genova sull'Albergo dei Poveri..." Amore allo stato puro di un tempo che non sembra tornare: "La baciò sul naso, poi sulla bocca, e Tea si lasciò arrovesciare sul fieno." La scrittura si fà melodia: "Attorno a loro il cielo si colora del rosso del sole calante, e gli ottoni acquistano preponderanza, mentre i monti si fondono coi boschi e col cielo in un unico buio."
Simone Mazzei - 25/03/2018 14:13