Spitzer si propone di ricostruire la base su cui si formò in Occidente il concetto di armonia universale racchiuso nella parola tedesca "Stimmung". Per far questo, indaga la storia di un intero "campo semantico", nei suoi sviluppi in epoche e in letterature diverse. La storia dell'armonia universale è la storia della continuità della civiltà classica nel Medioevo cristiano e nella moderna civiltà laica: le pagine di Spitzer mostrano il formarsi della solidarietà culturale europea e, al tempo stesso, il suo disintegrarsi dall'Illuminismo in poi.
Un saggio che prende l'avvio dall'intraducibilità nelle lingue romanze della parola tedesca "Stimmung", e che poi si edifica sullo sforzo di spiegarla e "dispiegarla", potrebbe sembrare peregrino ed erudito. Ma gettato il cuore oltre l'ostacolo, non solo una parola ti si dispiega, bensì un mondo intero, che abbraccia l'uomo, la natura, la musica, il cosmo, Dio. Perché la parola tedesca è solo il "la" che apre una sublime sinfonia di voci armoniose e di nuvole semantiche cangianti: armonia, consonanza, concordia, concordanza, convenienza, consenso, accordo, unisono, unanime, temperato, temperatura, temperamento.
Questa musica trascendentale ha permeato la civiltà greca, risalendo la storia europea fino alla fine della cultura medioevale, per essere distrutta dalla luce razionale dell'illuminismo. E l'autore se ne duole, come di una ricchezza perduta.
Dario Bottos - 30/05/2013 08:41