Le storie degli internati militari italiani nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale potranno sembrare una uguale all'altra, ma non lo erano i sentimenti che intimamente ciascun prigioniero viveva in modo autonomo. Condividevano una patria, la stessa divisa; condividevano un no fragoroso urlato e ripetuto a chi gli chiedeva di passare dalla loro parte per stare meglio. In 650.000 fecero la scelta di stare peggio ed Aldo era uno di loro. Doveva resistere dove era impossibile farlo, ma farlo assieme ad altri disperati poteva dare forza a tutti. Amicizia, fede, amori e famiglia erano argomenti a cui aggrapparsi. Alcuni non riuscirono a venirne fuori integri. Aldo preferì dimenticare e non parlare di quegli anni per il resto della sua esistenza. Coccolava il suo astuccio e le cose che conteneva, ve ne ripose altre per farne uno scrigno.