La saga di una famiglia dal 1870 alla fine della seconda guerra mondiale, narrata come il crescere di un albero nodoso e dai rami intrecciati, faticoso ma forte di una sua determinazione, dalle sue radici degli avi, lontane per geografia e posizioni sociali. Un'opera corale, o "un concerto italiano" come suggerisce il titolo della prima parte, ma che si stringe alla fine in un'infanzia e prima giovinezza.
Non ho mai scritto recensioni e quindi non so come spiegare perché mi é piaciuto tanto questo libro. La lingua e le descrizioni della Roma degli inizi del 20 secolo, la pittura dei caratteri e i rapporti che li intrecciano, insomma uno dei piu bei libri italiani che ho letto di recente.
Le bibliotecarie di Alessandria
Anonimo - 05/11/2002 07:41
4/
5
Una storia fatta delle storie di una famiglia dove l'amore per i libri, per la musica e per l'arte è impastato con i sentimenti, le relazioni, le separazioni, con le vicende di un'Italia che, dalla fine dell'800, è sempre più borghese.
La lingua è ricca, gustosa, familiare anche lei; i personaggi indimenticabili. Tommaso, studioso, e sua moglie Antonia, contadina. Le loro figlie Marta e Margheritina, piccola voce narrante; i loro amici egiziani e greci; la nuora attricetta e le sue sorelle; la famiglia nobile del marito di Marta...e i luoghi, Alessandria, Roma, Palermo visti e raccontati più col senso dell'olfatto che con quello della vista.
A me è piaciuto moltissimo. Forse per via di tutte queste donne, spesso silenziose e sottomesse (al volere di Allah, come dice Antonia) ma sempre fortissime. Forse per via del tono sommesso e intimo che l'autrice usa, come per il pudore di raccontare fatti privati. Forse perchè sono riuscita ad a immaginare me stessa (tutti noi) come custodi e testimoni della storia, bibliotecari.
Anonimo - 26/07/2004 17:40
Anonimo - 05/11/2002 07:41