La premessa del nuovo, originale saggio di Alain de Botton, come sempre provocatorio e molto divertente, è che si possa essere non credenti e tuttavia trovare a volte la religione utile, interessante e consolatoria, e quindi il suo invito è a introdurne alcune idee e alcuni rituali nella moderna esistenza secolare. Il mondo moderno infatti ha molto da imparare dalle varie religioni per quanto riguarda la vita in comune, la moralità, l'educazione, l'arte: basta eliminarne gli aspetti più dogmatici e distillarne gli aspetti più consolatori per le scettiche menti contemporanee, recuperando quello che di bello, emozionante e saggio è ancora presente.
Del buon uso della religione. Una guida per i non credenti
Dario Bottos - 28/05/2013 08:42
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Il titolo dell'edizione italiana mitiga l'originale ("Religione per atei"), forse per paura di perdere lettori: da noi si preferisce che le prese di posizione, possibilmente sfumate, siano eventualmente un punto di arrivo del discorso. In questo caso si tratta però proprio di un punto di partenza: c'è qualcosa nelle pratiche religiose che possa tornare "utile" anche a chi non ne condivide il retroterra ideologico? La risposta è un sì sorprendentemente netto, in quanto le religioni rispondono a esigenze universali sulle quali le istituzioni "civili" non si riconoscono giurisdizione. Per esempio la fragilità della condizione umana e la perdita del sentimento di comunità. Ecco allora che, con occhio disincantato e levità illuministica, l'autore ci propone audacemente riflessioni come: "Saggezza senza dottrina", "Comunità", "Gentilezza", "Istruzione", "Tenerezza", "Pessimismo", "Prospettiva", "Arte", "Architettura", "Istituzioni". Libro di grande fascino e intelligenza.
Dario Bottos - 28/05/2013 08:42