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Il caso Malaussène. Mi hanno mentito

Daniel Pennac
pubblicato da Feltrinelli

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A quasi vent’anni dalla pubblicazione dell’ultimo romanzo della serie ecco il ritorno dei Malaussène, la serie cult che ha fatto impazzire milioni di lettori italiani.

Daniel Pennac racconta così questo romanzo: "La prima vera emozione di uno scrittore è il suo libro sullo scaffale di una libreria. O meglio ancora in vetrina, che della libreria è il cuore luminoso. In ogni caso è questa l’emozione che ho provato, ventisei anni fa, quando è uscito nelle librerie italiane Il Paradiso degli orchi. È stata la gioia regalatami dall’anno 1991. Poi, dal ’91 al ’99, in libreria è cresciuta tutta la mia tribù Malaussène. In quei romanzi sono nati molti bambini: Verdun, urlante, nella Fata carabina, il sorridente È Un Angelo nella Prosivendola, Signor Malaussène (un padre e due madri) nel romanzo eponimo e Maracuja (due padri e una madre) ne La passione secondo Thérèse. Negli anni in cui poi la mia penna si è dedicata ad altro, quei bambini sono cresciuti. Oggi Mara ha diciassette anni, gli altri tre sono dei giovani adulti. Un giorno di tre o quattro anni fa in cui firmavo copie in libreria, un’anziana signora mi ha chiesto se avrebbe ancora sentito parlare della tribù Malaussène. Aveva letto i romanzi su consiglio della nipote, una ragazzina venuta lì a farsi firmare tutti i titoli della serie per il fidanzato. A sua volta, lei li aveva letti su consiglio della madre, alla quale erano stati suggeriti dal compagno dell’epoca, diventato poi suo marito. Avevo le tre generazioni davanti agli occhi: la figlia, la madre e la nonna. Tutte e tre mi chiedevano ardentemente notizie di Malaussène. Ho promesso che gliele avrei date. Ecco come sono andate le cose. Quelle tre lettrici mi hanno fatto scattare il desiderio di sapere che fine avessero fatto Verdun, È Un Angelo, Signor Malaussène e Maracuja. È quel che scoprirete ne Il caso Malaussène, se deciderete di accoglierlo. Il romanzo si presenta in due volumi: il primo, Mi hanno mentito, esce ad aprile 2017, il secondo, Il loro grave errore, quando l’avrò finito. In esso scoprirete che la seconda generazione Malaussène non è stata più facile della prima da tirare su. E che il mondo, certo, è cambiato… e molto. Io non tanto. Sono sempre impaziente di trovare i miei libri in libreria: è lì che vengono al mondo prima di andare a vivere fra le mani dei lettori, per poi finire nelle loro biblioteche".

I personaggi della saga sono invecchiati di vent’anni: Ora li ritroviamo in un mondo che più esplosivo non si può, dove si mitraglia a tutto andare, dove qualcuno rapisce l’uomo d’affari Georges Lapietà, dove Polizia e Giustizia procedono mano nella mano senza perdere un’occasione per farsi lo sgambetto, dove la Regina Zabo, editrice accorta, regna sul suo gregge di scrittori fissati con la verità vera proprio quando tutti mentono a tutti. Tutti tranne Benjamin Malaussène, ovviamente. Che tanto per cambiare, si becca le solite mazzate.

"Io sottoscritto Benjamin Malaussène vi sfido, oggi, chiunque voi siate, ovunque vi nascondiate, quale che sia il vostro grado di indifferenza alle cose di questo mondo, a ignorare l’ultima notizia appena uscita, la notiziona che farà discutere la Francia e crepitare i soscial."

Daniel Pennac, già professore di Francese in un liceo parigino, è romanziere eclettico, autore di testi teatrali e monologhi, nonché sceneggiatore di fumetti. Creatore di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, e dei romanzi di straordinario successo che lo vedono protagonista, ha vinto nel 2002 il premio internazionale Grinzane Cavour e nel 2005 è stato insignito della Legion d’onore per le arti e la letteratura.

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi stranieri

Editore Feltrinelli

Collana I narratori

Formato Brossura

Pubblicato 27/04/2017

Pagine 274

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788807032332

Traduttore Y. Mélaouah

3 recensioni dei lettori  media voto 3  su  5
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Il caso Malaussène. Mi hanno mentito buttella.clara

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voto 3 su 5 #lamiarecensione Sono in tanti quelli che, come me, aspettavano con grande curiosità la nuova puntata sulle mirabolanti vicende della tribù Malaussène! Noi che, più di ventanni fa, abbiamo iniziato a leggere le avventure di questa famiglia super allargata della quale ci sarebbe piaciuto far parte (quante volte io avrei voluto intrufolarmi nella ferramenta!) se non altro per sfuggire alla noia, condizione sconosciuta alle creature pennacchiane. Tutti orfani di un fratello maggiore che ti incanta la sera con le sue fiabe moderne a base di notizie di cronaca rivedute e corrette in chiave comico-surreale, noi famelici lettori abbiamo cercato nuovi Benjamin-surrogati sugli scaffali delle librerie; nuovi affabulatori che avessero quel potere narrativo allo stesso tempo divertente e consolatorio, esilarante e terapeutico. Un fratellone a cui ne capitano di tutti i colori, come si conviene a chi possiede le competenze, lesperienza, lautentica vocazione al mestiere di capro espiatorio. Leggendo Il caso Malaussène Mi hanno mentito, però, linfatuazione nata e cresciuta durante la lettura dei primi tre romanzi si è esaurita; un po come quando nelle rimpatriate tra vecchi compagni di scuola scopri che quello, di cui ti eri perdutamente innamorata, è invecchiato male, è logorroico, autoreferenziale e oltretutto sembra soffrire di disturbo bipolare (per fortuna ti sei sposata un altro). Forse è passato troppo tempo e tutto è cambiato: la società e i lettori, ma anche i personaggi e lautore. Lo ammette lo stesso Pennac quando dice Quel che è passato ci manca e quel che perdura ci annoia, siamo fatti così. È vero, ma spesso quel che di bello è passato continuiamo a cercarlo, nostalgici e cocciuti. È per questo che leggerò il seguito di questo romanzo, pur sapendo che nella sua trama mi smarrirò, vagando confusa tra gli improbabili personaggi, scivolando da uniperbolica vicenda allaltra, tutte rigorosamente in spregio del Reale.
Il caso Malaussène. Mi hanno mentito buttella.clara

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voto 3 su 5 Sono in tanti quelli che, come me, aspettavano con grande curiosità la nuova puntata sulle mirabolanti vicende della tribù Malaussène! Noi che, più di vent'anni fa, abbiamo iniziato a leggere le avventure di questa famiglia super allargata della quale ci sarebbe piaciuto far parte (quante volte avrei voluto intrufolarmi nella ferramenta!) se non altro per sfuggire alla noia, condizione sconosciuta alle creature pennacchiane. Tutti orfani di un fratello maggiore che ti incanta la sera con le sue fiabe moderne a base di notizie di cronaca rivedute e corrette in chiave comico-surreale, noi famelici lettori abbiamo cercato nuovi Benjamin-surrogati sugli scaffali delle librerie; nuovi affabulatori che avessero quel potere narrativo allo stesso tempo divertente e consolatorio, esilarante e terapeutico. Un fratellone a cui ne capitano di tutti i colori, come si conviene a chi possiede le competenze, l'esperienza, l'autentica vocazione per il mestiere di capro espiatorio. Leggendo Il caso Malaussène Mi hanno mentito, però, l'infatuazione nata e cresciuta durante la lettura dei primi tre romanzi si è esaurita; un po' come quando nelle rimpatriate tra vecchi compagni di scuola scopri che quello, di cui ti eri perdutamente innamorata, è invecchiato male, è logorroico, autoreferenziale e oltretutto sembra soffrire di disturbo bipolare (per fortuna ti sei sposata un altro). Forse è passato troppo tempo e tutto è cambiato: la società e i lettori, ma anche i personaggi e l'autore. Lo ammette lo stesso Pennac quando dice Quel che è passato ci manca e quel che perdura ci annoia, siamo fatti così. È vero, ma spesso quel che di bello è passato continuiamo a cercarlo, nostalgici e cocciuti. È per questo che leggerò il seguito di questo romanzo, pur sapendo che nella sua trama mi smarrirò, vagando confusa tra gli improbabili personaggi, scivolando da un'iperbolica vicenda all'altra, tutte rigorosamente in spregio del Reale. #lamiarecensione -
Il caso Malaussène. Mi hanno mentito the_fair_elf

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voto 4 su 5 Pennac ritorna. E ritorna con la sua opera migliore: la famiglia Malaussène. Sì, perchè l'opera letteraria di Pennac si sublima in questa creazione. Non importano i romanzi e le loro trame, quel che contano sono i personaggi. Punto. E la famiglia Malaussène torna prepotentemente con un nuovo romanzo ambiantato venti anni dopo l'ultimo. Sono invecchiati, ma come accade nella vita reale, ritrovare una famiglia a noi cara anche dopo anni riempie il cuore di calore vero e sincero. A essere sincero la famiglia è invecchiata non solo per l'età, l'ho trovata un po' più spenta, i colori più smorti. La trama, poi, sebbene sia un elemento secondario dei romanzi di Pennac, è di livello inferiore ai precedenti. Tuttavia il piacere di leggere di nuovo di loro è tale che quattro stelle almeno non si possono negare. #lamiarecensione

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