Bin Laden: ormai quasi un sinonimo di 'terrorista', questo nome evoca per noi devastazione, rancore, paura. Ma Osama bin Laden è solo uno dei membri del clan di origine yemenita, 54 tra fratelli e sorelle, la cui inarrestabile ascesa nell'arco di un secolo ha cambiato la storia del mondo. L'origine delle loro fortune si perde in uno dei Paesi più impenetrabili e potenti del mondo, l'Arabia Saudita, patria dell'oro nero. Qui il capostipite Mohamed, da semplice muratore, diviene costruttore di moschee nelle città sante della Mecca e di Medina fino a stringere un'alleanza d'acciaio con la famiglia reale. Forte di questo legame privilegiato, attraversa l'oceano e si stabilisce in America. Oggi i suoi discendenti sono tra gli imprenditori più ricchi del pianeta, padroni di un impero finanziario che spazia dalle proprietà immobiliari al traffico d'armi. Traggono dall'Occidente le proprie ricchezze. Ma tra loro è cresciuto il nostro peggior nemico. Saga dinastica, reportage investigativo, affresco di un secolo e di due mondi radicalmente diversi ma strettamente intrecciati, "Il clan Bin Laden" porta alla luce le implicazioni della famiglia negli intrighi economici più clamorosi degli ultimi tempi, come lo scandalo Enron. Ne segue i traffici di capitali dalle banche di Londra e Zurigo ai paradisi fiscali, ne osserva la fastosa vita mondana nei circoli esclusivi d'America e d'Europa. Ripercorre la parabola politica di Osama, dalla missione in Afghanistan contro l'occupazione russa all'esilio in Sudan, fino alla trasformazione in "sceicco del terrore", con strategie affinate dalla tecnologia satellitare e da Internet. Per la prima volta racconta per intero la storia, turbinosa e potente come un romanzo, della famiglia che più di qualsiasi altra ha incarnato e forgiato le contraddizioni e le paure del nostro tempo.