Tecnologia e psicologia umana non sembrano procedere di pari passo. Che significato ha questo apparente scollamento? Ciò che l'uomo 'produce' è più avanzato di ciò che l'uomo 'è'? Oppure era esatta la vecchia concezione dualistica che vedeva affettività e razionalità come mondi distinti e, spesso, antagonisti, l'uno da relegarsi al personale, nel privato, nel rapporto di coppia e l'altro aperto al mondo produttivo ed alla varietà dei rapporti sociali, politici e culturali? La tesi fondamentale di questo volume è che, in termini psicologici, questo progredire dell'umanità produce (e insieme si esprime) attraverso i diversi modi che gli uomini hanno di comunicare tra loro.