"Voglio trattare della scoperta che l'io fa dell'altro". Nel secolo che segue il primo viaggio di Cristoforo Colombo, le regioni dei Caraibi e del Messico sono lo scenario di avvenimenti fra i più sconvolgenti della storia degli uomini. Tzvetan Todorov ripercorre quelle vicende, leggendole attraverso le più famose cronache e relazioni di Cortés, Las Casas, Duràn, Sahagùn, non tanto quanto incontro-scontro fra due civiltà, quanto come scoperta e impatto.
La conquista dell'America. Il problema dell'«altro». Ediz. integrale
iloveipazia - 20/06/2014 12:40
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Largomento centrale di questo libro è il rapporto delluomo occidentale con lalterità, studiato attraverso quella che Todorov considera una storia esemplare, ossia una storia vera qual è la Conquista spagnola dellAmerica, letta alla luce del suo significato più profondo, che è sempre un significato etico. Lintento dellautore è, infatti, che si ricordi quel che può accadere se non si riesce a scoprire laltro. Perché laltro deve essere scoperto.
I personaggi chiave dellepoca li ritroviamo qui in tutta la loro complessità, con le loro idiosincrasie esposte in piena luce Cristoforo Colombo sul crinale di una Modernità cui proprio lui apre le porte, con la sua mentalità di uomo del Medioevo guidato da una fede incrollabile e da un dialogo continuo con il suo Dio e una passione altrettanto indomita di esplorazione di questo nostro mondo e di conoscenza (e ammirazione) della Natura, che lo avvicina invece alle generazioni successive di esploratori; Cortés, condottiero lucidissimo, che dimostra di aver recepito perfettamente la lezione di Machiavelli, portatore di una moralità nuova, già pienamente moderna, desideroso non di conoscere gli indiani, ma di comprenderli per poterli sconfiggere più facilmente, con le armi dellastuzia simulazione e dissimulazione - più che con la forza delle armi; Moctezuma, guida suprema di un popolo che, avendo una concezione ciclica del tempo, cerca ossessivamente nel passato i segni per comprendere il presente e dare un senso ad un evento unico come larrivo degli Spagnoli, condannandosi alla sconfitta; e poi uomini come Bartolomé de Las Casas e Bernardino de Sahagun che, con approcci diversi e sensibilità differenti, hanno saputo avvicinarsi agli indiani e scoprire in loro una comune appartenenza allumanità.
Ma la riflessione di Todorov si ricollega in modo esplicito ad una genealogia e ad una bibliografia illustre che possiamo racchiudere sotto letichetta di critica della Modernità: la donna maya divorata dai cani citata nella dedica a questo saggio, infatti, non è diversa dalle vittime innocenti che tormentavano la mente di Dostojevskij e rendevano problematico il suo Cristianesimo o dalle innumerevoli vite spezzate cui Solzenicyn, caparbio cronista dellorrore comunista, ridà volto e nome o, ancora, dalla disumanizzante macchina dello sterminio cui Primo Levi contrappone la lucidità spietata della sua analisi.
Nel caso della storia della Conquista dellAmerica, il Male che ha prodotto un vero e proprio genocidio di cui non esistono paragoni fuoriesce dallottusità di cui sempre si ammanta affrontando il nodo antropologico della relazione con lAltro. Ma dal confronto/scontro con unalterità tanto radicale emerge anche lidentità profonda della nostra civiltà, schematizzata in dualismi che lautore spiega con rara efficacia espositiva, ad esempio le contrapposizioni civiltà narrative/ civiltà interpretative, civiltà del massacro/civiltà del sacrificio, civiltà allocentrica/civiltà egocentrica. Todorov ci ricorda così che si impara a conoscere laltro attraverso noi stessi, ma anche a conoscere noi stessi per mezzo dellaltro. IN CONCLUSIONE, UN CAPOLAVORO.
iloveipazia - 20/06/2014 12:40