Gli anni dell'occupazione tedesca e della guerra, tra l'estate del 1943 e la primavera del 1945, occupano un posto di particolare rilievo nella storia dell'Italia contemporanea. L'esperienza della lotta contro l'occupazione tedesca e la dittatura fascista ha segnato in modo profondo e duraturo l'Italia del dopoguerra. Negli anni della guerra l'Italia fu investita da un'ondata di violenza senza precedenti nella storia recente del paese. È un passato che continua ad avere ripercussioni nel presente, come dimostrano le indagini e i processi per crimini di guerra celebrati in Italia e in Germania in anni recenti, l'istituzione di una commissione di storici italo-tedesca nel 2008 e, da ultimo, la controversia giudiziaria sui risarcimenti per i crimini delle truppe tedesche in Italia, portata all'esame della Corte internazionale di giustizia dell'Aja. Questo volume affronta lo studio dei crimini di guerra tedeschi in Italia nel contesto della guerra partigiana e della Seconda guerra mondiale in Italia, con due obiettivi fondamentali: in primo luogo ricostruire le modalità attraverso le quali le unità e i comandi della Wehrmacht, delle Waffen-SS e della polizia hanno condotto la lotta contro i partigiani in Italia. In secondo luogo studiare da vicino i responsabili dei crimini e le loro motivazioni. Si tratta, da un lato, di mostrare quale tipo di guerra la Wehrmacht, le SS e la polizia abbiano condotto in Italia. Dall'altro lato, resta da stabilire a che livello le forze armate e gli organi di sicurezza tedeschi siano stati implicati nei crimini di guerra.