La disgrafia è un disturbo che interessa specificatamente l'attività grafica con una difficoltà nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici che risultano irregolari e poco accurati accompagnandosi spesso ad altri disturbi che rientrano nel "disturbo della funzione motoria" come per esempio difficoltà a stare seduti adottando un corretto assetto posturale, a pianificare nel tempo l'atto motorio, come versare l'acqua dalla caraffa senza rovesciarla, ad abbigliarsi infilando la maglietta col giusto verso, a organizzare lo spazio di lavoro del foglio. La difficoltà nella grafia risulta più eclatante all'ingresso in scuola primaria allorché il bambino comincia a scrivere in stampatello maiuscolo e soprattutto in corsivo minuscolo, carattere grafico che richiede un movimento curvilineo coordinato e armonioso, ma ha già le sue radici nella scuola dell'infanzia quando deve colorare dentro gli spazi o disegnare. I bambini disgrafici se non riconosciuti tempestivamente hanno spesso una carriera scolastica caratterizzata da disagio emotivo e frustrazione per le ripercussioni che la disgrafia ha sulle varie materie scolastiche (matematica, inglese, geometria, disegno tecnico, educazione fisica, ecc...) perché pur potendo avere competenze specifiche anche adeguate nei contenuti sono penalizzati sul piano esecutivo quando il segno disgrafico interferisce nello svolgimento delle prestazioni. Si possono così innescare sentimenti di inadeguatezza e di disistima quando a fronte di un impegno a mettercela tutta, l'ambiente non riconosce le difficoltà e il bambino viene stigmatizzato e invitato a fare meglio come se dipendesse solo da una maggiore volontà personale.