La cronaca di ogni giorno lo conferma: i laici, chiusi in un circolo vizioso, sanno ormai solo ripetere l'unico schema ideologico che conoscono, ovvero una crociata stantia quanto quella di Berlusconi contro i comunisti. E mentre loro aspirano alla liberazione da una morale oppressiva, il problema si sta ribaltando: in una società inquieta e disorientata, morale ed etica tornano ad attrarre gli individui, in cerca di sicurezza, chiarezza, protezione. Gridare alla teocrazia come fanno, ormai rauchi, personaggi come Dawkins, Hitchens e Odifreddi è un atteggiamento perdente. Occorre prendere atto che ormai la religione si sta spostando, per molti, dalla parte dei problemi a quella delle soluzioni. E allora perché non cercare una riconciliazione, come non a caso ha fatto Obama appena eletto? Perché non trovare una nuova proposta etica che sappia essere, più che laica, post-secolare? Forse perché il vero dramma dei laici è il sospetto che una società tutta di non credenti non possa offrire un valido sistema di valori.