Che cos'è "l'altro inizio del pensiero" di cui parla Heidegger? I suoi capolavori postumi, pubblicati negli ultimi anni, fanno emergere con straordinaria chiarezza tale fondamentale questione, indicando poi nell'arte una delle sue chiavi di volta. E' questo lo sfondo del noto saggio heideggeriano "L'origine dell'opera d'arte" (1935-37), di cui il maggiore interprete tedesco di Heidegger, Friedrich-Wilhelm von Herrmann, offre qui un' interpretazione esemplare. Nell'analisi di von Herrmann, il saggio heideggeriano viene per la prima volta letto muovendo dalla decisiva mutazione di prospettiva generatasi, già durante i primi anni Trenta, nel pensiero del grande filosofico -mutazione di cui, a sua volta, il saggio stesso si rivela essere un documento cruciale. Tale scritto - a lungo considerato come il frutto di un episodico interesse del filosofo per l'arte e per l'estetica - ritrova così la sua giusta collocazione nel cuore del suo pensiero. L'interpretazione di von Herrmann segue puntualmente lo svolgimento della riflessione heideggeriana, indicando con magistrale rigore sia gli elementi di continuità sia i momenti evolutivi rispetto a "Essere e Tempo". Tale interpretazione costituisce così una vera e propria 'traduzione esplicativa' del saggio. Una versione italiana di questo commento implica dunque che venga al contempo messa alla prova una comprensione 'in italiano' di ciò che Heidegger dice.