Nata a Ferrara nel 1474 e morta a Mantova nel 1539, Isabella d'Este è ormai un mito nella storia della raffinatezza, della civiltà, dell'arte e delle vicende politiche europee. Di lei hanno scritto moltissimi, spesso a proposito ed ancor più spesso a sproposito. La leggenda relativa all'Estense prese corpo mentre ella ancora viveva, e sono moltissimi i riferimenti reperibili nei documenti coevi sulle sue doti politiche, sul suo senso estetico nonché sul suo indomabile carattere, volitivo e caparbio. Basta sfogliare i rapporti degli ambasciatori del tempo, con particolare riferimento al carteggio degli "oratori" veneti, per trovare giudizi che la riguardano, giudizi estasiati o apertamente denigratori a seconda delle tendenze politiche dello scrivente; sebbene s'intraveda quasi sempre un'ammirazione che neppure l'antipatia più profonda riesce a soffocare del tutto. Il presente lavoro cerca di fare un po' d'ordine, dando una sistemazione per quanto possibile chiara ed organica alle ultime scoperte sulla poliedrica sovrana e sulle sue celebrate raccolte.