I fantasmi dell'isola

In questo romanzo Grisham ci racconta una vicenda recente che, però, affonda le radici nella seconda metà del Settecento quando era molto vivace il commercio degli schiavi. Centinaia di migliaia di neri africani venivano catturati (a volte dai popoli vicini) e portati sulle coste occidentali dove navi negriere li trasportavano, in condizioni disumane, nelle Americhe per soddisfare la richiesta di manodopera occorrente per le coltivazioni di cotone, caffè, cacao, canna da zucchero ecc. La storia inizia quando ad una giovane scrittrice viene sottoposta l'autobiografia dell'ottantenne Lovely Jackson che narra, come preambolo, un viaggio di una delle navi sopra descritte risalente al 1760 ca. con un epilogo infausto: un naufragio. I pochi superstiti, tutti neri, si ritrovarono su un'isoletta al largo della Florida (Dark isle) dove incontrarono e si fusero con una piccola comunità di ex schiavi fuggiti. Ebbene Lovely afferma di essere l'ultima discendente degli ex schiavi e, non essendo l'isola mai stata abitata dopo il suo trasferimento a 15 anni a Camino Island, la legittima proprietaria dell'isola. La rivendicazione avviene quando un'importante società si sta attivando per acquisire i diritti di costruzione sull'isola a fini turistici. A Camino Island, un'amena località turistica della costa, un gruppo di intellettuali ambientalisti si organizza per difendere Dark isle dall'assalto del cemento, con l'aiuto di un avvocato esperto in questioni ambientali. La contrapposizione sarà dura e la lettura ci svelerà l'esito. Scritto in maniera giornalistica, chiaro e senza tecnicismi, conferma la qualità dell'autore, conosciutissimo per il genere legal thriller, che con questo lavoro torna per la terza volta a Camino Island. Anna.