Il ragazzo in soffitta

Dedo e Giulio sono coetanei, frequentano lo stesso liceo classico di Bologna e abitano nello stesso palazzo. Ma sono uno l´opposto dell´altro: solare, estroverso e con poca voglia di studiare il primo; impacciato, timido e studioso, il secondo. A dispetto di tutto e di tutti, tra i due nasce una sincera amicizia: "l´imperterrito" e "l´impedito" diventano inseparabili. Un´amicizia che non accenna a incrinarsi nemmeno quando dal passato emerge la drammatica storia di sangue che coinvolge il padre di Giulio, fino ad allora internato in un ospedale psichiatrico giudiziario e prossimo al rilascio. Anzi, sarà proprio il caos mediatico seguito alla scoperta di quel passato nero, una sorta di marchio d´infamia che ricadrà a cascata su tutte le persone vicine a Giulio, a rendere ancora più forte il legame tra i due. Avati, da consumato maestro della narrazione, si dimostra abilissimo nel tracciare i profili psicologici di personaggi dall´esistenza segnata, in grado comunque di trovare la forza per un riscatto catartico.

"Fatti e fattacci di gente normale, che solo un narratore come Pupi Avati riesce a raccontare". Il Corriere della Sera

"La tremenda iniquità con cui la vita distribuisce successi e dolori, il mondo degli sconfitti e la loro straordinaria capacità di reagire". La Stampa

Pupi Avati è uno dei più amati registi italiani contemporanei, con all´attivo oltre quaranta tra film, sceneggiati e miniserie televisive che gli sono valsi numerosi premi. Ha pubblicato nel 2013 la sua autobiografia, La grande invenzione. Questo è il suo primo romanzo.