"L'ultimo sguardo di mio padre si perse negli occhi della sua sposa e poi nei nostri: i suoi figli. Natalizia ebbe la forza di sorridergli persino in quel tristissimo e doloroso momento del congedo estremo, volle così accompagnarlo alla morte con la dolcezza rassicurante di non essere solo. Quando lui, abbracciato da noi, si spense, Natalizia ci ordinò di trattenere il pianto dirompente, sentiva che lo spirito di suo marito era ancora lì e voleva che andasse via tranquillo senza le urla strazianti di un dolore, che bussava sempre più prepotente nel nostro petto, per esplodere fragoroso di lì a poco. Papà non c'era più, nostro padre, premuroso e chiassoso, tenero e irascibile, severo e tollerante era venuto a mancare e noi eravamo risucchiati dalla voragine che la sua assenza aveva scavato nei nostri cuori, acerbi e impreparati ad un dolore così grande. Non lo avremmo potuto abbracciare mai più, né io avrei potuto chiedergli scusa per le mie mancanze, per le disattenzioni, per le sofferenze procurategli mio malgrado."