Domare le fiamme di un labirinto infuocato dovrebbe essere un gioco da ragazzi per il dio del sole se soltanto Zeus non l'avesse trasformato in un adolescente imbranato e senza poteri! Armato di ukulele e di una logorroica freccia parlante, Lester Papadopoulos, in arte Apollo, non sembra avere molte speranze di riuscire nell'impresa, eppure è l'unico che può tentarla: dovrà attraversare l'abisso più rovente del globo per liberare la Sibilla Eritrea, l'Oracolo che vi è incatenato. Prima, però, sarà costretto ad affrontare Caligola, il terzo e più temibile membro del Triumvirato che ha fatto prigionieri i cinque Oracoli. Dopo aver nominato senatore il suo cavallo, l'imperatore ha ora una nuova e più eccentrica ambizione: diventare dio del sole! E per realizzarla è deciso ad assorbire la forza del titano Helios e la poca essenza immortale rimasta nel povero Lester. Come sempre, il più vanitoso degli olimpi non potrà che confidare nell'aiuto degli amici e arrendersi al destino: per tornare a essere un dio, dovrà accettare la propria imbarazzante umanità! Età di lettura: da 12 anni.
Continuano le (dis)avventure di Apollo dopo il suo esilio dal Monte Olimpo e che questa volta lo porteranno in California, dominio del terzo imperatore.
Nonostante non sia tanto male questa terza saga per me continua a essere superflua, superficiale e soprattutto storicamente poco corretta. Tuttavia i libri di Riordan, scorrevoli, divertenti e di tanto in tanto con qualche momento più intenso e commovente, si fanno sempre apprezzare. Questultimo in particolare presenta ambientazioni e creature davvero singolari.
Ancora una volta le vicende di Apollo e Meg sintrecciano con quelle dei protagonisti delle saghe precedenti, cosa che contribuisce non poco ad arricchire la trama senza dover inserire per forza nuovi artificiosi personaggi, comè accaduto in La profezia oscura.
Ero sicuro circa lidentità del terzo imperatore, fin dal primo libro. Ci avrei scommesso. Non poteva essere fatta scelta più banale, tenendo conto che la sua rappresentazione è... patetica, legata agli stereotipi della sempre più screditata storiografia filo-senatoriale.
Sono interessanti le differenze tra i membri del triunvirato e ancora di più lapparentemente separata alleanza di Nerone con Pitone e il ruolo di questultimo. Chissà se Apollo sarà dio o Lester quando dovrà affrontarlo.
Più passa il tempo più la realtà divina di Riordan si riempie di controsensi e forzature.
Già da tempo tutta la storia del non intervento degli dèi è decisamente mal costruita. In certi momenti sembra una legge inviolabile, in altri un codice di comportamento osservato a scelta.
È una stupidaggine affermare che agli dèi non importa della natura. Proprio loro che sono intrinsecamente legati a essa e in molti miti puniscono i mortali che la offendono.
Ma lesempio più eclatante e problema di fondo di questa terza saga è il tentativo disperato di mescolare mortali e immortali. Ogni capitolo ci descrive nuovi metodi, sempre più assurdi, con cui un mortale può diventare un dio. Assurdo quanto far perdere ad Apollo la sua natura divina, mentre nei miti antichi fu semplicemente esiliato sulla terra.
Per non parlare di tutta questa questione degli dèi dimenticati, un modo penoso per tentare di sminuire la loro immortalità e aumentare limportanza umana nellordine cosmico.
Sinceramente tutto questo, e molto altro, questa costante critica agli dèi (velata critica ai potenti), comincia seriamente a essere monotona.
Comunque mi è piaciuto come libro, meglio dei primi due. E mi aspetto che il prossimo sarà ancora meglio, visto limminente incontro con Reyna.
Alessandro - 28/07/2018 19:31