AIle donne e agli uomini che desiderano diventare madri e padri, oggi la biotecnologia offre un'opportunità in più, la fecondazione assistita; la diagnosi genetica preimpiantatoria potrebbe evitare la nascita di bambini condannati a gravissime sofferenze; in futuro, le ricerche su cellule staminali embrionali potrebbero permettere una svolta nella cura di malattie come il cancro, il morbo di Parkinson, il diabete. Ma tutto questo non può avvenire in Italia, perché la legge 40 approvata dal parlamento della Repubblica nel 2004 lo vieta. In nome dei 'diritti dell'embrione', della 'sacralità della vita', della difesa dell''unità' della famiglia. I suoi oppositori, che l'hanno definita 'legge cattolica', ritengono che rappresenti un enorme ostacolo per la libertà individuale e il progresso scientifico e ne hanno denunciato le contraddizioni, come la preferenza accordata all'aborto volontario piuttosto che alla diagnosi genetica del concepito, come a dire che il feto avrebbe meno diritti dell'embrione. Un medico e un filosofo spiegano le conseguenze scientifiche, sociali e morali di questa legge e danno voce alle ragioni dell'Italia laica e autenticamente liberale.