Il libro si propone di riesaminare il nodo di rapporti e reciproche suggestioni che legò - tra vicissitudini alterne - Angelo Poliziano ai due maggiori filosofi dell'età laurenziana: Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola. L'indagine muove in prima battuta dalle testimonianze offerte dai carteggi (e in particolare dal Liber epistolarum polizianeo), e illustra le diverse implicazioni e le tracce depositate da quel fitto dialogo sulle pagine dell'umanista fiorentino.