Speciale Olimpiadi: quando il manga diventa sport!

Cosa è uno “spokon”?
Gli “spokon”, ossia i manga sportivi, sono diventati così celebri che i più attenti avranno notato che anche durante le Olimpiadi di Tokyo 2020 possiamo trovare le sigle dell’anime di Haikyuu!! di Haruichi Furudate (manga recentemente conclusosi ed edito in Italia da Star Comics) durante le partite di pallavolo oppure le sigle dell’anime di Slam Dunk di Takehiko Inoue, di cui parleremo tra poco, durante quelle di pallacanestro. Se oggi siamo qui a parlare di spokon lo dobbiamo innanzitutto al manga che fece esplodere il genere negli anni ’60: un’opera che ebbe un riscontro talmente forte da far organizzare addirittura un funerale per un personaggio venuto a mancare nell’opera cartacea:

Slam Dunk è stato serializzato per la prima volta in Giappone nel 1990 sulla rivista Shonen Jump, dove si è concluso nel 1996. Sin da subito l’apprezzamento del pubblico ha fatto decollare l’opera da cui è derivata una serie animata di oltre 100 episodi nonché numerosi film, artbook, videogiochi e merchandise. Il successo fu dato soprattutto dalla grande capacità di Takehiko Inoue di rendere tutti i protagonisti molto terreni, con tanti difetti e debolezze, ma con un grande spirito e desiderio di riscatto a spingerli oltre i propri limiti. Non ci sarà soltanto la pallacanestro a fare da traino all’opera ma anche il contesto scolastico, la denuncia sociale, il bullismo, la vita privata e i sentimenti, generando così non un unico centrale protagonista ma un insieme coeso e bilanciato gruppo di personaggi, ciascuno con la propria storyline: una vera e propria squadra. La passione verso questo sport emergerà pagina dopo pagina, così come pagina dopo pagina, tra una gag esilarante e una partita decisa sul filo di lana, emergeranno magnificamente i disegni e il tratto dell’autore. Nella storia dei manga sportivi nessuno ha eguagliato ciò che Takehiko Inoue è riuscito a illustrare in Slam Dunk, attraverso personaggi realistici, muscolatura definita nei minimi particolari, sudore che emerge con il passare dei minuti sul campo da gioco, capacità di rendere le azioni talmente convincenti da trasformarsi in un’autentica “fatica” anche per il lettore stesso.

Un autore che ha voluto omaggiare il mondo della pallacanestro professionistica, in particolar modo l’NBA, con chiari richiami alle divise dei Chicago Bulls, Orlando Magics, Los Angeles Lakers e Boston Celtics, alle calzature indossate da grandi campioni come Michael Jordan e allo stesso protagonista che, per ammissione dello stesso Inoue, è ricalcato al cinque volte campione dell’NBA Dennis Rodman, anche lui molto eccentrico ed abile nei rimbalzi.

In Italia la vita editoriale di Slam Dunk è stata travagliata, portato per la prima volta in Italia da Panini Comics nel lontano 1997 con 62 volumi “sottiletta” è stata rieditata nel 2001 in 31 volumi più corposi dalla stessa casa editrice. Nel 2006 sempre Panini Comics provò a riproporre il manga di Slam Dunk ma le scarse vendite portarono l’editore ad interromperne la pubblicazione e i diritti passarono a D/Visual che nel 2010 rieditò il manga integralmente in un’edizione Deluxe di 24 volumi. Per diversi anni, tuttavia, il manga mancò dagli scaffali di tutte le librerie e fumetterie d’Italia, introvabile ed esaurito in ogni sua edizione, fino al 2019, quando accogliendo le richieste a gran voce del pubblico di nuova generazione Panini Comics riacquistò i diritti e pubblicò integralmente l’opera che si è conclusa il 20 maggio 2021 con la pubblicazione del ventesimo ed ultimo numero. L’editore ha dichiarato di voler mantenere sempre reperibile, attraverso ristampe costanti, il capolavoro di Takehiko Inoue, ed è certamente un’occasione questa che ciascun lettore di manga che si rispetti non si deve lasciar sfuggire.

AnimeClick.it
Giacomo Schiantarelli