Questo non è un libro di memorie, anche se sulla memoria dell'autrice si basa la narrazione. E non è neppure un racconto autobiografico, anche se è tutto costruito su un'esperienza personale. I protagonisti sono gli uomini e le donne che Olga ha avuto in sorte di incontrare dal momento dell'arresto che, nel 1936, la portò da una casa della borghesia intellettuale sovietica ad un lager della Kolyma. Il racconto parte nel 1937, tra le mura della prigione di Kazan', fatta per "distruggere psichicamente e fisicamente". Da quel giorno cominciò ad "annotare" mentalmente, in attesa del momento in cui, finalmente libera, avrebbe potuto trascrivere tutto sulla carta. Questo sarebbe poi avvenuto solo diciannove anni più tardi, nel 1956.
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