Dalle suggestive testimonianze degli esploratori europei del Seicento in Africa alla tradizione orale dei clan tribali. L'evoluzione della musica nera degli schiavi nelle colonie nordamericane tra la Guerra d'indipendenza e quella di secessione: gli inni e i salmi nelle congregazioni religiose, le canzoni dei soldati e quelle contro la schiavitù, la musica urbana del primo Ottocento e i canti di lavoro nelle piantagioni che diedero origine agli spiritual; l'esplosione del ragtime e delle commedie musicali dopo la Grande guerra, le prime registrazioni discografiche, la nascita del blues e del jazz, l'intensa vita musicale di Harlem, la rivoluzione del bebop, ma anche cantanti, strumentisti e compositori che si sono cimentati con l'opera e la musica classica. E infine le influenze sul rock'n'roll, la storia della mitica Motown, il rhythm & blues e il pop. Ogni capitolo è preceduto da una cronologia degli eventi storici più importanti.
La musica dei neri americani. Dai canti degli schiavi ai Public Enemy
Domenico Vinci - 22/05/2013 18:45
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Ho deciso di scrivere il mio parere su questo testo perché penso che potrebbe essere utilizzato senza difficoltà per organizzare un corso universitario, talmente è ricco di informazioni esposte non col taglio di un tedioso manuale, bensì con passione e coinvolgimento. I tipi de Il Saggiatore ci danno la possibilità di leggere questottima traduzione del commovente libro di Eileen Southern: al termine della lettura, infatti, si ha limpressione che lautrice, una musicologa anchella di colore, abbia fortemente voluto gridare al mondo che non si è ancora chiesto scusa abbastanza al popolo dei neri dAmerica, discendenti degli schiavi importati dallAfrica, un popolo che, nonostante le profonde ferite lasciate da decenni di sofferenze inferte dai bianchi, ha contribuito in maniera indelebile alla nascita ed allo sviluppo di numerosi generi musicali (blues, jazz, soul, dance, rap, ecc.). Parte da lontano LA MUSICA DEI NERI AMERICANI, dal XVII secolo che segnò linizio degli sbarchi di africani nelle colonie inglesi dellAmerica del Nord, e giunge sino ai giorni nostri. Queste le quattro parti in cui è suddiviso il libro, i cui titoli rendono bene lidea dei contenuti: 1) Canti di una terra straniera 1619-1775; 2) Libera la mia gente 1776-1865; 3) Blow ye the trumpet (Suonate la tromba) 1865-1919; 4) Lift every voice (Che si alzi ogni voce) 1920-1996. Importanti sono anche lintero apparato iconografico e le numerose trascrizioni musicali che accompagnano il testo; lettura lunga (quasi 700 pagine) ma per niente impegnativa, anzi persino entusiasmante. Dettagliate le note, la bibliografia e la discografia consigliata. Senzaltro un classico e non solo della musicologia, un grido di orgoglio etnico culturale, un trattato da esporre a tutti e diffondere piuttosto che nascondere tra gli scaffali delle biblioteche. Complimenti a Eileen Southern e Grazie Madre Africa!
La musica dei neri americani. Dai canti degli schiavi ai Public Enemy
Anonimo - 08/01/2009 16:09
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Dovresti valorizzare un po' di più gli schiavi neri.
Domenico Vinci - 22/05/2013 18:45
Anonimo - 08/01/2009 16:09