Gli esseri umani preferiscono le tenebre alla luce? La schiavitù alla libertà? La vita morta alla vita viva? Dopo "L'uomo senza inconscio", Massimo Recalcati ritorna con questo libro a interrogare la clinica psicoanalitica nel suo rapporto con le trasformazioni cruciali della società contemporanea e della psicologia delle masse. Al centro non è più la dimensione perversa di un godimento neo-libertino che rifiuta la Legge, ma il ritiro sociale del soggetto, la sua introversione melanconica. Il muro emerge come il simbolo inquietante del nostro tempo; è il muro della chiusura della vita nei confronti della vita; è la tendenza neo-melanconica al rifiuto della trascendenza dell'esistenza; è la pulsione securitaria che vorrebbe trasformare il confine da luogo vitale di scambio a bastione, filo spinato, porto chiuso. La sagoma perturbante della pulsione di morte, che la psicoanalisi dopo Freud avrebbe voluto ripudiare, ritorna prepotente sulla scena della vita individuale e collettiva.
Le nuove melanconie. Destini del desiderio nel tempo ipermoderno
DANIELA ROASCIO - 26/02/2020 18:54
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L'autore in questo libro descrive perfettamente lo stato di melanconia, dicendo che non è solo un momento di tristezza, ma è proprio un "un modus vivendi" di alcune persone, ovviamente spiegandone i motivi.L'altro argomento che tratta con eccezionale preparazione è quello del trauma: chi ha subito un dolore così grave riuscirà a rispondere a qualche domanda.
DANIELA ROASCIO - 26/02/2020 18:54