Da una parte un sistema produttivo basato sull'informazione, il sapere, forme di cooperazione via via più complesse, differenziate, duttili. Dall'altra un sistema politico di sconcertante povertà, animato dalla pulsione a uniformare e semplificare, inchiodato ai feticci della 'rappresentanza', della 'partecipazione', delle piccole e grandi 'identità'. Potenza scientifica e organizzativa della produzione, miseria cella politica: questo gap attanaglia l'Occidente dopo il fatidico Ottantanove. Come sviluppare un immaginario politico non più prigioniero delle opposizioni rituali tra pubblico e privato, collettivo e individuale, ideazione ed esecuzione? Quale prassi politica è all'altezza di ciò che Marx chiamava "general intellect", sapere sociale, scienza divenuta forza produttiva immediata? Ecco il leit-motiv di Lucio Costellano, la domanda che percorre da un capo all'altro questo suo libro, concluso subito prima di perdere la vita in un incidente stradale. In appendice sono raccolti saggi e articoli scritti nel corso dei tempo, dagli anni Settanta in poi. Il loro contenuto evoca la storia, e i gusti e le idiosincrasie, di una generazione: critica del lavoro, l'ondata civilizzatrice del '77, l'emergenza antiterroristica, il nuovo individualismo.