100 anni dalla nascita Primo Levi: tutti i suoi libri più belli
Primo Levi, testimone diretto dell’orrore dei campi di concentramento, ad oggi è uno dei rappresentanti più importanti della letteratura italiana. Nasce a Torino il 31 luglio 1919, togliendosi la vita a 68 anni. A 24 anni viene deportato prima a Fossoli e poi ad Auschwitz, in quanto ebreo.
La sua opera più famosa è legata a questa terribile esperienza: Se questo è un uomo racconta di un intero anno trascorso nel campo di sterminio di Buna-Monowitz. La Buna era uno dei quarantaquattro campi satelliti di Auschwitz. Ad oggi, il libro è considerato un classico della letteratua mondiale
La sua carriera da scrittore è ormai consegnata alla storia: vincitore di un premio Campiello con La Tregua, scrive svariati libri, testi e racconti.
Primo Levi si legge a scuola, si legge per interesse personale, si legge per non dimenticare!
Libri di Primo Levi su Auschwitz Tutti
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Così fu Auschwitz. Testimonianze 1945-1986
Primo Levi , Leonardo De Benedetti
Libri
Citazioni di Primo Levi da Se questo è un uomo
"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario"
"Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso"
"Pochi sono gli uomini che sanno andare a morte con dignità, e spesso non quelli che ti aspetteresti."
"Distruggere l'uomo è difficile, quasi quanto crearlo: non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti, tedeschi. Eccoci docili sotto i vostri sguardi: da parte nostra nulla più avete a temere: non atti di rivolta, non parole di sfida, neppure uno sguardo giudice."
“Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta”"
Citazioni da La Tregua
"In ogni gruppo umano esiste una vittima predestinata: uno che porta pena, che tutti deridono, su cui nascono dicerie insulse e malevole, su cui, con misteriosa concordia, tutti scaricano i loro mali umori e il loro desiderio di nuocere."
"Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa."
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Perché crediamo a Primo Levi?-Why do we believe Primo Levi? Ediz. bilingue
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