Affermatasi nell'incandescente fucina della prima guerra mondiale, la nuova specialità della psichiatria di guerra consegna alla seconda un ampio e articolato bagaglio di acquisizioni e di pratiche, continuando poi a recitare un ruolo di primo piano nei conflitti della seconda metà del XX secolo e oltre. Il libro, con un taglio specificatamente di storia della psichiatria, affronta l'analisi dei rapporti della scienza neuropsichiatrica italiana con la seconda guerra mondiale (a partire da alcune premesse del periodo fascista), soprattutto attraverso la letteratura sull'argomento pubblicata dalle riviste del settore, muovendosi nel solco tracciato dalla storiografia sulla guerra moderna degli ultimi decenni. I protagonisti sono gli psichiatri e i neurologi, con le loro storie personali, approcci teorici e ricerche, nel quadro dell'evoluzione della loro scienza e del loro modo di porsi di fronte all'esperienza dei combattenti, dei prigionieri, dei reduci e della popolazione civile, mentre un capitolo a parte è dedicato alle tragiche vicissitudini degli ospedali psichiatrici in questi anni.