La forte insistenza di Luigi Einaudi e di Ezio Vanoni indusse a inserire nella Costituzione repubblicana l'articolo 81, che vieta di approvare leggi di spesa senza copertura. Einaudi, in una lettera al ministro del Tesoro Giuseppe Pella scriveva nel dicembre 1948: "L'articolo 81 della costituzione costituisce il baluardo rigoroso ed efficace voluto dal legislatore costituente allo scopo di impedire che si facciano nuove o maggiori spese alla leggera, senza aver prima provveduto alle relative entrate". Per molti anni il Parlamento osservò questo articolo e l'Italia, alla fine degli anni Sessanta, venticinque anni dopo una guerra folle e rovinosa, era un Paese in grande crescita economica e morale. Ma a partire dalla fine di quel decennio l'articolo 81 non fu più osservato. E le conseguenze sono, oggi, sotto l'occhio di tutti: un Paese allo sbando, in crisi di identità, con milioni di persone ridotte alla disperazione, prive di lavoro e di futuro, uno Stato senza credibilità, senza soldi e che non paga i debiti. Rimontare la china è molto difficile.