"Dalla parte di Swann" ha nella "Ricerca del tempo perduto" la funzione di un preludio, in cui tutti i maggiori temi e i principali personaggi vengono annunciati e messi in scena per la prima volta. Ma come il senso della ricerca si chiarirà solo alla fine, così temi e personaggi subiranno nel corso dell'opera varie metamorfosi (proprio come i leit-motiv di Wagner, musicista che Proust ammirava moltissimo), tali da renderli pressoché irriconoscibili rispetto alla presentazione iniziale (scrive Proust: "... ci sono molti personaggi; sono 'preparati' già dal primo volume, il che significa che faranno nel secondo esattamente il contrario di ciò che ci si aspettava"). Ma se tutti i grandi temi della 'Ricerca' assumeranno il loro vero significato solo alla fine, in questo primo volume sono già indicate alcune grandi linee che ordineranno sino al termine la sovrabbondante materia narrativa. Per esempio, la dialettica abitudine-ignoto (il mondo infantile, chiuso e protettivo di Combray in opposizione ai paesi che Marcel vorrebbe visitare, e sui quali fantastica lungamente, attribuendo loro caratteristiche suggerite dal potere evocatore del loro nome); la vocazione letteraria e l'annuncio delle esperienze che, in modo diverso la favoriranno o l'ostacoleranno; l'attrattiva esercitata dalla vita di società, il misterioso appello lanciato da certi spettacoli o sensazioni, il dolore sofferto o inflitto alle persone che ci amano, la perversione, il sadismo; soprattutto il tema del Tempo, già riccamente modulato fin dalle straordinarie pagine iniziali sui risvegli, sorta di caos originario in cui si mescolano insieme tempi e luoghi diversi e da cui, attraverso anacronismi, lacune e brusche fratture, si dipana il filo e il senso di una ordinata cronologia.